19 luglio 2018
COMUNICATO STAMPA
Per il quarto anno consecutivo il Parco Naturale Mont Avic ha aderito all’iniziativa “I Giovani in vetta” coordinata da Alparc, la rete delle aree protette alpine. Il progetto, finanziato dal Ministero per l’Ambiente della Repubblica Federale Tedesca e dal Principato di Monaco, ha l’obiettivo di avvicinare i giovani dei territori alpini alla montagna attraverso un’esperienza collettiva. Il 12 e 13 luglio molti gruppi si sono riuniti in diverse zone delle Alpi e hanno raggiunto la loro “vetta” trascorrendo una notte in rifugio. Più di 40 sono stati gli eventi che hanno avuto luogo simultaneamente in diversi luoghi di Austria, Francia, Germania, Italia, Slovenia, Svizzera e Carpazi! L’iniziativa proposta dal Parco ha riscosso un notevole successo e ha visto la partecipazione di 24 ragazzi e ragazze tra gli 8 e i 15 anni, tra cui alcuni “affezionati” che avevano già aderito alle precedenti edizioni e altri che per la prima volta hanno fatto conoscenza con il Mont Avic. La mèta di quest’anno è stato il rifugio Barbustel, nel cuore del Parco, raggiunto attraverso il bellissimo sentiero 5c che partendo da Chevrère di Champdepraz attraversa tutti gli ambienti caratteristici dell’area protetta.
Durante le due giornate si sono svolte alcune attività ludico-didattiche ispirate al tema-guida proposto da Alparc: i cambiamenti climatici. I ragazzi si sono cimentati in diversi esperimenti, hanno osservato i ghiacciai confrontandoli con alcune foto storiche (dal rifugio Barbustel si apre uno splendido panorama sui ghiacciai del Monte Rosa) e stretto amicizia con rane e girini… Da ormai 10 anni infatti il Parco partecipa a “Phenoclim”, un progetto sui cambiamenti climatici che si basa proprio sulla fenologia della rana rossa. Alla fine della lunga discesa, una bella merenda a base di pane, marmellata, miele e uva ha concluso questa positiva esperienza al Centro visitatori del Parco a Covarey. La simultaneità degli eventi e l’inquadramento comune a livello internazionale hanno contribuito a ravvivare e rafforzare nei giovani partecipanti non solo un senso di appartenenza all’ambiente montano, ma anche ad una grande comunità senza confini.
(Foto Roberto Facchini - Archivio PNMA)