Jean Pierre Fosson

Montagna e cambiamento climatico

Riflessioni del Segretario generale di Fondazione Montagna Sicura – Montagne sûre.

Jean Pierre FossonQuando mi viene chiesto cosa significa per me la Montagna, subito mi viene in mente la “mia” Valle d’Aosta, partendo da casa mia, Ayas - Champoluc e la vista sul Rosa, per scendere alle montagne che circondano Aosta, dove ho vissuto e studiato, per risalire a Courmayeur, al Monte Bianco, alle cui pendici ha sede Villa Cameron, Fondazione Montagna sicura, dove ho l’onore ed il piacere di lavorare da ormai 16 anni.

Dalla passione vera per le mie Montagne, che ho avuto ed ho la fortuna di girare in lungo ed in largo, alle Montagne del mondo che ho avuto in parte l’occasione di conoscere, tutte mi ispirano un grande ed infinito sentimento di appartenenza: non esiste la Montagna più bella delle altre, esistono le Montagne e basta e, soprattutto, quello che queste rappresentano per te !

Da questo passaggio, ringrazio per l’ospitalità in questa Rubrica, intendo sviluppare il senso di fragilità e di forza che nello stesso tempo le Montagne ti trasmettono, per trovare una chiave di lettura di prospettiva al triste periodo che stiamo vivendo.

È vero che i territori alpini sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici in atto: se alcuni impatti sono già visibili, penso alla riduzione dei nostri ghiacciai, ma anche all’incremento degli eventi estremi correlati all’aumento delle temperature, gli scenari scientifici lasciano poco spazio all’immaginazione, vedasi sempre meno neve alle quote più basse, ulteriore aumento delle temperature, ghiacciai in forte riduzione, crolli in quota, etc.

È fondamentale che su tutto questo fenomeno ci sia una buona e rinnovata consapevolezza: ben vengano quindi tutte le azioni di mobilitazione dei giovani attorno alla presa di coscienza sul tema del clima, ben vengano le iniziative locali di sensibilizzazione al tema e le letture scientifiche approfondite.

Sinceramente mi spaventano un po’ di più alcuni proclami lanciati che, se non veramente correlati ad attente azioni conoscitive e di monitoraggio, rischiano solo di creare disorientamento sull’opinione pubblica, già di per sé confusa ed impressionata da messaggi politici talvolta disgiunti da un messaggio scientifico sul quale sembrano essere ben poche le divergenze.

Quindi, l’impegno davvero prioritario diventa quello di informare ed educare la popolazione in maniera molto corretta e chiaramente leggibile sui fenomeni in atto, dando risalto oggettivo agli effetti misurati così come presentando quelli che possono essere gli scenari evolutivi. Una presa di coscienza seria è il presupposto per tutta l’azione politica di pari livello. In tal senso i giovani, le scuole, devono diventare i principali obiettivi su cui focalizzare l’azione, incentivando un percorso sistemico di interazione Scuole / Enti di ricerca / Enti pubblici.

Sono fermamente convinto che le Alpi possano diventare un Laboratorio sperimentale di adattamento al cambiamento climatico, con la volontà di tutti, attraverso la messa in atto di strategie di adattamento che prendano in conto i diversi impatti a scala locale, strutturati con un approccio interdisciplinare. Prima di tutto, è nella chiave di una pianificazione territoriale “ripensata” che si potrà far rinascere una Montagna sostenibile, che potenzialmente diventa fattore di attrattività per le persone in fuga dal calore delle città, sulla base di servizi attivi offerti (si pensi ad esempio alle potenzialità date dalla telemedicina).

Solo partendo da una chiara coscienza, attraverso l’attivazione di percorsi partecipativi ed attivi, si potrà dare slancio ad un nuovo Laboratorio di vita in Montagna, che dovrà anche tradursi in una accettazione degli stili di vita della Montagna stessa.

Insomma, la coscienza legata agli effetti del cambiamento climatico potrebbe portare ad una nuova via di sviluppo e di modelli di vita per una Montagna sì più fragile e vulnerabile ma anche più attrattiva, in quanto maggiormente ricca di risorse.

Tutto questo nella convinzione che senza consapevolezza di quanto accade si andrebbe invece poco lontani.


Villa d'estate